"With the Light", di Keiko Tobe, è un manga che in Italia non è uscito e che probabilmente non uscirà mai.
Per leggerlo, mi tocca comprarlo in America o in Inghilterra con una spesa non indifferente ma che secondo me vale la pena. Non solo per l'opera in sé, ma anche per l'edizione che è attualmente la migliore che ho in casa per qualità della carta e longevità: ogni volume è di circa cinquecento pagine, se non fosse incollato bene si autodistruggerebbe alla prima lettura.
Per me è stato anche la prova che i manga parlano veramente di tutto, e che possono anche affrontare temi incredibilmente attuali e svolgere una funzione educativa.
Finiti i preanboli, passo a dire di che parla: Sachiko e Masato Azuma sono una giovane coppia come tante altre, e quando nasce il loro primogenito, Hikaru, si sentono finalmente una famiglia completa.
La felicità di Sachiko, però, lascia ben presto posto all'inquietudine per il crescente sospetto che Hikaru non sia un bambino come tutti gli altri: non socializza con i coetanei, non mostra attaccamento verso i genitori, ha violente crisi di urla e capricci se gli si impedisce di fare qualcosa o se è disorientato, non risponde se lo si chiama e a due anni non ha ancora detto una parola.
La diagnosi è durissima: autismo.
Dopo un iniziale periodo di rifiuto, per Sachiko comincia una lotta quotidiana prima per tenere insieme la propria famiglia, e dopo per fare sì che Hikaru possa avere un posto nella società, ed essere accettato indipendentemente dal suo handicap.
Il tema del manga è molto particolare, visto che descrive in maniera abbastanza realistica una condizione come l'autismo (tra l'altro in grande aumento). Hikaru è un autistico a basso funzionamento, lo è nel primo numero come nell'ultimo uscito. Ci sono miglioramenti, ma spesso e volentieri per un passo in avanti ce n'è uno indietro, e questo è rappresentato molto bene, in particolare per la frustrazione che Sachiko a volte arriva a provare nei confronti del figlio.
L'obbiettivo del fumetto è ovviamente quello di raccontare la storia di una famiglia funzionale alle prese con l'autismo, per cui un difetto può essere l'eccessivo trovare persone pronte ad aiutare: i personaggi secondari si dividono in bastardi senza cuore e brave persone, e i primi spesso sono soggetti a imprivvisi cambi di morale.
Interessante invece come venga mostrata la percezione che gli altri hanno di Hikaru: l'autismo non è visibile, specie da piccoli, e spesso le crisi di Hikaru vengono attribuite ad una cattiva educazione, con lui bollato come bambino aggressivo e violento anzichè disabile.
Insomma, a me che piacciono i drammoni familiari questo manga di nicchia sta piacendo parecchio. Peccato che esca due volte all'anno.
Ah, in Nippolandia hanno anche fatto un drama di undici episodi tratto dal fumetto, che è uno dei pochi drama che mi piacciono assieme ad Aishiteru e 1 Litre of Tears.